LA BIOGRAFIA
Non interpreto nient’altro che la mia felicità

Sono nato il 4 febbraio 1944, fortunosamente, durante un bombardamento alleato, il parto avviene nello studio del nonno, avvocato, nel centro della città di Treviso. Da mamma e papà ho ricevuto in eredità la vitalità fisica e intellettuale tradizionale dei mercanti e artisti veneziani, numerosi in ambedue i rami della famiglia, frammentata con il conseguente spirito guerriero.
Giovanissimo, bambino, negli Anni ’50 a Burano, all’Associazione Tempore, ricordo con commozione personaggi come Bruno Saetti, Virgilio Guidi, lo scultore Carmelo Conte e altre figure leggendarie: Carlo Bo, Silvio Branzi, radunati nel ristorante della famiglia Barbaro. La passione per la pittura iniziò allora, indirettamente, tramite mia zia Gina Roma. Tra i maestri voglio annoverare anche Virgilio Guidi. Successivamente studiando i classici e riproducendoli, ho maturato la mia fisionomia pittorica, che mi ha portato a esporre fino dal 1976. Mie opere sono esposte in importanti collezioni internazionali.
La versatilità familiare pur tuttavia mi ha fatto iniziare, 50 anni orsono, un’attività nell’industria del caffè e ho avuto la grande fortuna di costruire Hausbrandt Trieste 1892 SpA, oggi la prima azienda Italiana del caffè. Ritorno oggi a Verona con entusiasmo e determinazione alla mia passione iniziale, la pittura.

Sono nato il 4 febbraio 1944, fortunosamente, durante un bombardamento alleato, il parto avviene nello studio del nonno, avvocato, nel centro della città di Treviso. Da mamma e papà ho ricevuto in eredità la vitalità fisica e intellettuale tradizionale dei mercanti e artisti veneziani, numerosi in ambedue i rami della famiglia, frammentata con il conseguente spirito guerriero.
Giovanissimo, bambino, negli Anni ’50 a Burano, all’Associazione Tempore, ricordo con commozione personaggi come Bruno Saetti, Virgilio Guidi, lo scultore Carmelo Conte e altre figure leggendarie: Carlo Bo, Silvio Branzi, radunati nel ristorante della famiglia Barbaro. La passione per la pittura iniziò allora, indirettamente, tramite mia zia Gina Roma. Tra i maestri voglio annoverare anche Virgilio Guidi. Successivamente studiando i classici e riproducendoli, ho maturato la mia fisionomia pittorica, che mi ha portato a esporre fino dal 1976. Mie opere sono esposte in importanti collezioni internazionali.
La versatilità familiare pur tuttavia mi ha fatto iniziare, 50 anni orsono, un’attività nell’industria del caffè e ho avuto la grande fortuna di costruire Hausbrandt Trieste 1892 SpA, oggi la prima azienda Italiana del caffè. Ritorno oggi a Verona con entusiasmo e determinazione alla mia passione iniziale, la pittura.
“Per me la pittura è disegno e colore, emozione. Il colore è la mia interpretazione delle sensazioni dove la parola non ha luogo perché il disegno e colore la sostituiscono”.
“Per me la pittura è disegno e colore, emozione. Il colore è la mia interpretazione delle sensazioni dove la parola non ha luogo perché il disegno e colore la sostituiscono”.
LA MIA PITTURA
La sensibilità umana non è fatta di parole. Troppe parole uccidono l’oggetto artistico. La mia terra e le mie colline venete riflettono i colori. Tutta la pittura nasce dal cielo veneto, per l’effetto prismatico causato dall’aria impregnata di acqua e di luce e dove i contorni dell’ambiente rimangono sfumati. Vorrei essere il continuatore di questa pittura veneta, in particolare pensando a Venezia, città d’acqua che come un prisma riflette i colori e ce li rimanda come da un dipinto impressionista. Sono convinto che l’artista si realizzi nella sua sensibile comunione con lo spettatore, sia esso pittore, musicista o attore.
Mi piace pensare a Giorgione, a Tiepolo, al loro rapporto con la natura, all’uso tonale dei colori e all’assenza del disegno. Tiziano con i suoi colori prorompenti, l’oro solare della luce, la pennellata densa e sintetica, che indica gli oggetti e il paesaggio. Mi piace l’uso dei colori di Paolo Veronese, il modo di farli cantare, non impastandoli sulla tela, distendendoli divisi in modo da influenzarsi reciprocamente per essere poi completati dall’occhio e la mente dello spettatore. Non meno la musica, il ricordo delle melodie di Vivaldi, di Monteverdi e l’unione delle diverse note musicali che attraverso i vari strumenti, raggiungono nell’aria quella fusione e meraviglia perfettamente assonante ai colori dei Maestri.
E qui voglio esserne parte anch’io, la mia felicità è cercare di comunicare quella gioia e il prorompente sorriso che naturalmente l’arte procura. E così come nella Commedia dell’Arte, “Se vi è piaciuto applaudite, se non vi è piaciuto un cortese silenzio”.
E qui voglio esserne parte anch’io, la mia felicità è cercare di comunicare quella gioia e il prorompente sorriso che naturalmente l’arte procura. E così come nella Commedia dell’Arte, “Se vi è piaciuto applaudite, se non vi è piaciuto un cortese silenzio”.
La sensibilità umana non è fatta di parole. Troppe parole uccidono l’oggetto artistico. La mia terra e le mie colline venete riflettono i colori. Tutta la pittura nasce dal cielo veneto, per l’effetto prismatico causato dall’aria impregnata di acqua e di luce e dove i contorni dell’ambiente rimangono sfumati. Vorrei essere il continuatore di questa pittura veneta, in particolare pensando a Venezia, città d’acqua che come un prisma riflette i colori e ce li rimanda come da un dipinto impressionista. Sono convinto che l’artista si realizzi nella sua sensibile comunione con lo spettatore, sia esso pittore, musicista o attore.
Mi piace pensare a Giorgione, a Tiepolo, al loro rapporto con la natura, all’uso tonale dei colori e all’assenza del disegno. Tiziano con i suoi colori prorompenti, l’oro solare della luce, la pennellata densa e sintetica, che indica gli oggetti e il paesaggio. Mi piace l’uso dei colori di Paolo Veronese, il modo di farli cantare, non impastandoli sulla tela, distendendoli divisi in modo da influenzarsi reciprocamente per essere poi completati dall’occhio e la mente dello spettatore. Non meno la musica, il ricordo delle melodie di Vivaldi, di Monteverdi e l’unione delle diverse note musicali che attraverso i vari strumenti, raggiungono nell’aria quella fusione e meraviglia perfettamente assonante ai colori dei Maestri.
PER TUTTO QUESTO E CHI SA CHE ALTRO
La prima idea che viene in mente è Matisse, quei colori, quelle sfumature, quella dolcezza… Ma se Martino Zanetti ha certamente assorbito la lezione e l’estetica del grande maestro, a guardare meglio – e a conoscerlo bene – c’è di più.
C’è lui, anzitutto, con la sua grazia gentile. Come altro potrebbero nascere colori in sinfonia così armonici, delicati? Peonie, papaveri, lillà, distese di fiori immaginari che si intersecano, si mischiano, si abbracciano – diresti – fino a formare una distesa di colore puro che finisce ora nell’astratto, ora nella semplicità perfettissima di una viola.
E c’è ancora lui, a far sì che quella processione di tele non sia il piacevole e inane estetismo di un fabbricante di emozioni. Dietro ci sono la sua passione per la musica (Martino cerca di creare rosso, rosa e blu anche con i tasti in bianco e nero del pianoforte) e per il teatro elisabettiano, che dà profondità e spessore anche alle emozioni quotidiane.
C’è pure, lo so per certo, la sua conoscenza profonda di D’Annunzio, del suo vivere inimitabile, che non è solo eroismo e ridondanza, ma anche semplicità e naturalezza: che ha quel che ha donato, e ancora vuole donare e avere, nell’armonia del bello.
Ci sono i tramonti e le albe che guarda e fotografa ogni giorno dalla sua terrazza su colline e vigneti, che più sereni non si può. Per tutto questo – e per chi sa cos’altro che non sappiamo – davanti alle opere di Martino Zanetti, in tutti nasce un sorriso.
Giordano Bruno Guerri

PER TUTTO QUESTO E CHI SA CHE ALTRO
La prima idea che viene in mente è Matisse, quei colori, quelle sfumature, quella dolcezza… Ma se Martino Zanetti ha certamente assorbito la lezione e l’estetica del grande maestro, a guardare meglio – e a conoscerlo bene – c’è di più.

C’è lui, anzitutto, con la sua grazia gentile. Come altro potrebbero nascere colori in sinfonia così armonici, delicati? Peonie, papaveri, lillà, distese di fiori immaginari che si intersecano, si mischiano, si abbracciano – diresti – fino a formare una distesa di colore puro che finisce ora nell’astratto, ora nella semplicità perfettissima di una viola.
E c’è ancora lui, a far sì che quella processione di tele non sia il piacevole e inane estetismo di un fabbricante di emozioni. Dietro ci sono la sua passione per la musica (Martino cerca di creare rosso, rosa e blu anche con i tasti in bianco e nero del pianoforte) e per il teatro elisabettiano, che dà profondità e spessore anche alle emozioni quotidiane.
C’è pure, lo so per certo, la sua conoscenza profonda di D’Annunzio, del suo vivere inimitabile, che non è solo eroismo e ridondanza, ma anche semplicità e naturalezza: che ha quel che ha donato, e ancora vuole donare e avere, nell’armonia del bello.
Ci sono i tramonti e le albe che guarda e fotografa ogni giorno dalla sua terrazza su colline e vigneti, che più sereni non si può. Per tutto questo – e per chi sa cos’altro che non sappiamo – davanti alle opere di Martino Zanetti, in tutti nasce un sorriso.
Giordano Bruno Guerri



MOSTRE PERSONALI
2019
MARZO
Sala Consiliare
Nervesa della Battaglia (TV)
2018
SETTEMBRE
Villa Brandolini
Pieve di Soligo
2018
GIUGNO
Filanda Motta
Mogliano Veneto
2018
MAGGIO
Caffè Storico
Giubbe Rosse – Firenze
2018
APRILE
Villa Spinola
Bussolengo
17 / 18
DIC / FEB
Musei Civici
Cremona
2017
OTTOBRE
Teatro La Fenice
Venezia
2017
GIUGNO
Auditorium San Giovanni
Torri del Benaco (VR)
2017
MAGGIO
Kaiservilla
Bad Ischl
2016
OTTOBRE
Villa Mirabella,
Il Vittoriale degli Italiani
Gardone Riviera
2016
FEBBRAIO
Palais Metternich,
Ambasciata d’Italia – Vienna
1978
MARZO
Galleria Teatro Accademico
Castelfranco Veneto
1977
GIUGNO
Museo Civico,
Galleria della Rocca
Riva del Garda
1976
OTTOBRE
La Nuova Sfera,
Galleria d’Arte – Milano
La serenità che provo nell’ eseguire queste mie espressioni artistiche la riscontro nello spettatore non acculturato che coglie la gioia del momento creativo. La semplicità e il sorriso di un bambino valgono più di mille intellettualismi.
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Piazza Bra, 1, 37121 Verona VR
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martedì - domenica 10.30 / 19.30
lunedì chiuso
ingresso libero