VERONA E SHAKESPEARE

LA CITTÀ DELL’AMORE

There is no world without Verona walls.

Verona oggi è sicuramente una delle città italiane più conosciute nel mondo, grazie soprattuto per l’essere considerata “la città dell’amore”. Questa correlazione Verona-amore è in buona parte dovuta a William Shakespeare, importantissimo drammaturgo e poeta inglese, autore della famosa opera “Romeo e Giulietta” ambientata proprio a Verona.

In realtà Shakespeare non visitò mai direttamente la città ma la conobbe attraverso le opere di altri autori celebri: Luigi Da Porto, Masuccio Salernitano e Mattia Bandello. Grazie a questi ultimi Shakespeare immaginò Verona come una città romantica e perciò perfetta per tutti gli innamorati, e per tale motivo decise di ambientarvici le sue storie, tra cui Romeo e Giulietta appunto.

Il legame che vi è tra Verona e William Shakespeare, attraverso i due sfortunati innamorati, è molto profondo nonostante, come pochi sanno, le vicende dei due giovani furono totalmente frutto dell’invenzione dell’autore. Il famoso balcone nella Casa di Giulietta in via Cappello, infatti, non esisteva nemmeno fino al 1935 ed è invece oggi una delle mete turistiche più gettonate e affollate della città.

Verona oggi è sicuramente una delle città italiane più conosciute nel mondo, grazie soprattuto per l’essere considerata “la città dell’amore”. Questa correlazione Verona-amore è in buona parte dovuta a William Shakespeare, importantissimo drammaturgo e poeta inglese, autore della famosa opera “Romeo e Giulietta” ambientata proprio a Verona.

In realtà Shakespeare non visitò mai direttamente la città ma la conobbe attraverso le opere di altri autori celebri: Luigi Da Porto, Masuccio Salernitano e Mattia Bandello. Grazie a questi ultimi Shakespeare immaginò Verona come una città romantica e perciò perfetta per tutti gli innamorati, e per tale motivo decise di ambientarvici le sue storie, tra cui Romeo e Giulietta appunto.

Il legame che vi è tra Verona e William Shakespeare, attraverso i due sfortunati innamorati, è molto profondo nonostante, come pochi sanno, le vicende dei due giovani furono totalmente frutto dell’invenzione dell’autore. Il famoso balcone nella Casa di Giulietta in via Cappello, infatti, non esisteva nemmeno fino al 1935 ed è invece oggi una delle mete turistiche più gettonate e affollate della città.

Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo profumo. Così Romeo, se non si chiamasse Romeo, conserverebbe un fascino di perfezione, che possiede anche senza quel nome.

Quella che noi chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo profumo. Così Romeo, se non si chiamasse Romeo, conserverebbe un fascino di perfezione, che possiede anche senza quel nome.

IL GENIO DI WILLIAM SHAKESPEARE

Atene, Roma, Venezia ed infine Londra hanno generato il grande teatro. Il “genio” di Shakespeare, chiunque egli sia, uno o molti, è assolutamente, tipicamente, anglosassone. La mia ricerca in questo grande, affascinante, mistero, parte dalla mia patria Venezia e giunge in quel grande momento, in quel luogo così affascinante che fu Londra nel secolo di Shakespeare.

La persona che ha ispirato le commedie venete di Shakespeare è il patrizio Almorò Barbaro figlio di Marco Antonio Barbaro. Nelle commedie viene sistematicamente evidenziato: il giovane studioso a Padova il cui padre è (Marc)Antonio Barbaro. Sistematicamente nelle commedie si evidenzia il dualismo fraterno che nella realtà esisteva fra il Cardinale Francesco Barbaro papista e titolare di cattedra cardinalizia e Almorò Barbaro, che ebbe il destino di essere un “successore”, e che non apparve mai nella sede cardinalizia, anche alla morte del fratello. È una figura totalmente assente dalla scena veneziana. Almorò Barbaro muore nel dicembre 1622, lo Stationers’ Register viene pubblicato nel marzo 1623. Vi sono singolari concordanze con gli eventi teatrali londinesi ivi incluse l’incendio del Globe Theater allorquando Almorò Barbaro avrebbe dovuto succedere al fratello Francesco per la di lui morte.

Nelle commedie viene sempre indicato qualche elemento Veneziano assolutamente fuori contesto, come la parola tipicamente veneziana “coragio” “coragio” sul finale della Tempesta, oppure “Io non potrò credere che voi siate mai stato in una gondola” in Come vi piace.

Per quanto riguarda il Mercante di Venezia, Belmonte è Montebelluna, dove c’è la Villa di Maser e si raggiungeva via acqua, lungo il Brenta, verso Bassano (Bassanio), ecco il motivo che ha sempre generato un errore circa il luogo, perché lo si è sempre immaginato oltre il mare. Nella villa di Maser sono raffigurate tutte le immagini che dalla fantasia di Almorò Barbaro (ivi effigiato giovanilmente) si riproducono nelle commedie venete.

È mia convenzione basata su palesi riscontri reali che le commedie attribuite a Shakespeare siano certissimamente frutto della genialità inglese, ma scritte e concepite nell’ambito delle corti di Penshurst e Wilton House con la supervisione di Mary Sidney, Ben Jonson e Greene (“I will play three myself”). Quanto noi leggiamo oggi è opera meravigliosa ma riadattata ai tempi.

Martino Zanetti

La serenità che provo nell’ eseguire queste mie espressioni artistiche la riscontro nello spettatore non acculturato che coglie la gioia del momento creativo. La semplicità e il sorriso di un bambino valgono più di mille intellettualismi.

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